Piazza Leopoldo Baracco, 7
Treiso (CN)
Bastano pochi passi all’interno della grande sala vetrata per cogliere il fascino di questo celebre e blasonato locale. Un fascino che trasuda dalle pareti dell’edificio (un asilo degli anni Trenta), come dai profili sinuosi dei bricchi del Barbaresco, che fanno da skyline al ristorante. # Ed è proprio l’amore per le Langhe (e soprattutto per i loro vini) che ha portato Maurilio Garola, a trasferirsi tra queste colline. Un amore coltivato toto corde, che ha reso, in pochi anni, la cantina de La Ciau leggendaria: sono – infatti – quasi settantamila le bottiglie dal mondo (di cui la metà di Barolo e di Barbaresco) che riposano nel vastissimo caveau sotterraneo (visitabile). In cucina a regnare è la tradizione piemontese che si ritrova in piatti come il vitello tonnato, la Fassona con pane, burro, acciughe e nocciole, o gli agnolotti del plin (qui proposti al seirass e fieno maggengo). Ma che Garola (coadiuvato ai fornelli da Marco Lombardo) sia appassionato dei sapori del mare, lo si coglie dalle sperimentazioni proposte con i crostacei e i pesci. Da provare – per esempio – è la ricciola con burro bianco e porri di Cervere gratinati. # Il servizio, che si muove sotto l’occhio attento di Nadia Benech, è elegante e curato. L’ambiente di tono, senza essere eccessivamente formale. Menu a 120 e 140 euro. All’incirca stessa spesa alla carta. Presenti alcune curate stanze per prolungare la sosta. Prenotazione vivamente consigliata, soprattutto durante la stagione del tartufo.