Frazione Monterotondo, 56
Gavi (AL)
All’interno di un curato resort, noto anche per la sua produzione vinicola, si trova questo bel ristorante che, dopo qualche traversia legata ad avvicendamenti alla testa della brigata, pare ora sulla strada di riacquistare il prestigio del passato, complice anche a una vasta opera di ristrutturazione e ampliamento degli spazi, che ha visto coinvolte pure le cucine.
Luogo ove ora opera un cuoco (con importanti esperienze alle spalle) che, con capacità, porta avanti una proposta che cammina giusto sul crinale che divide il Piemonte dalla poco lontana Liguria, strizzando però l’occhio ad altre preparazioni regionali italiane, declinate in chiave mediterranea (a uso e consumo degli ospiti stranieri, che qui non mancano). Se l’insieme risulta all’apparenza un po’ composito, e a tratti stiloso, i risultati sono comunque soddisfacenti: le esecuzioni sono sicure e i gusti sono centrati. Buoni gli gnocchi al pesto. Saporita la pasta, patate e provola. Interessante la «cappasanta, pane e mortadella» (una rivisitazione di uno storico piatto di Fulvio Pierangelini). Di soddisfazione il petto di pollo ruspante farcito con fegato grasso con «contorni dell’orto».
Il servizio è cortese e sorridente. La cantina presenta una selezione di vini giustamente ampia, proposti a prezzi in linea con il contesto. Sempre bellissima, infine, è la terrazza ove si mangia nella bella stagione. Menu degustazione «I classici de La Gallina» a 80 euro (quattro portate), dello chef a 90 e a 120 euro (rispettivamente di quattro e di sette portate) e vegetariano a 70 euro. Ci si attesta a poco meno di 100 alla carta.
