Via Torino, 18
Barbaresco (CN)
La famiglia Gaja sta a Barbaresco, come Barbaresco sta a Gaja. E sarebbe impossibile pensare la fortuna della prima senza la seconda, e viceversa. Sì, proprio così, con buona pace di chi non crede – o non vuole accettare – che sono gli individui ‘visionari’ (che hanno una visione) a mutare le cose. Ebbene, senza Angelo Gaja questa terra non avrebbe fatto i giganteschi passi in avanti che ha compiuto in questi decenni, rimanendo forse, ancora, quella «Langa della malora» dei racconti di Fenoglio e di Pavese. Il Barbaresco è il vino-vessilo di Gaja ed è sempre una esperienza, oltre che un piacere, avere occasione di degustarlo. Rapisce per i suoi croccanti frutti di bosco, per le soavi noti floreali, per la leggera speziatura, per la magnifica verticalità. Tutte sensazioni che si dipanano poi in bocca, con una classe e una leggiadria senza pari. Vellutati i tannini. Finissima la sapidità. Sinuose le sensazioni caloriche e pseudocaloriche, in un sorso che pare non finire mai.